Location:
Everett Events Centre - Seattle (USA)
Data: 09.Mar.2005
Reporter: Phil
9 Marzo 2005 – Seattle – Le luci si spengono. I flash
mostrano i profili immobili dei Boys. I sintetizzatori generano
note ancora indefinite. L’adrenalina sale.
Poi Roger attacca con la batteria e, accolta dall’entusiasmo
di migliaia di Fans, inizia Sunrise. È uno spettacolo meraviglioso!
Astronaut.it, grazie al nostro reporter Phil, era lì per
tutti voi!
Gustiamoci insieme queste immagini ed il video esclusivo dell’apertura
del concerto!
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In
coincidenza con l’uscita ufficiale delle date del tour italiano,
i Duran Duran hanno tenuto a Seattle uno dei loro concerti del tour
nord americano, da qui sono tratte le immagini e il filmato di Sunrise
con cui Astronaut.it ha voluto darvi una piccola anticipazione di
quanto accadrà in Italia a Giugno.
Del resto la febbre che sta già contagiando noi degli “addetti
ai lavori” e tutti i più fervidi fans è già
altissima dal momento che si tratta del primo tour in Italia dei
Fab Five con la line up originale e salirà sempre di più
fino al 4 giugno, data in cui i ragazzi di Birmingham esordiranno
all’arena di Verona. Ambiente suggestivo e degna cornice per
iniziare il tour italiano che toccherà anche Milano, Trieste
e Roma.
Lo show è imperdibile. Del resto non sono in molti i fans
italiani che negli ormai lontani primi anni ottanta hanno potuto
assistere ai loro concerti.
So che può sembrare banale. Ma è difficile descrivere
le sensazioni date dallo show a Seattle.
L’unica cosa che posso dire per provare a rendere l’idea
è che, nonostante io avessi già visto i DD, al loro
rientro sulle scene, ai concerti del Roxy a Los Angeles e Costa
Mesa sempre in California nel luglio 2003 e Wembley 2004 (oltre
a svariate date negli anni precedenti anche nei tour solo americani)
le emozioni avute in questa nuova tournee sono state uniche e al
di là di ogni aspettativa.
Quello che distingue questo tour dagli altri è proprio il
fatto che il tempo sembra non essere passato e anche i nuovi brani
siano ormai come i classici di un tempo. L’insieme dei pezzi
e i momenti soft dei lenti sono perfettamente integrati in uno show
che nonostante le 2 ore e 20 sembra passare in un minuto.
I ragazzi entrano e restano a bordo palco nell’oscurità
interrotta da qualche lampo di luce a prendersi tutti gli applausi
che sembrano non finire mai… Del resto è passato tanto
tempo.
Il concerto si apre con Sunrise seguita subito da “Hungry
Like The Wolf” e quindi una chicca per i duraniani doc: “Hold
Back The Rain”! Un delirio.
Altro classico con "The Union Of The Snake”, seguito
da “Astronaut”. L'entusiasmo è incontenibile,
a dimostrare che ormai anche l’album nuovo ha conquistato
tutti come ai vecchi tempi.
La band inoltre comunica più che mai con il pubblico con
Simon che introduce “Come Undone” (dedicata a tutte
le coppie di “ogni genere” presenti…) e poi fa
alzare il livello di adrenalina dei fans con un “I Don’t
Want Your Love”, rockeggiante ed originale, dove emergono
anche le notevoli capacità vocali della nuova corista. Nella
formazione troviamo al sax Andy Hamilton, che è stato il
saxofonista dei tour degli anni 80.
Il basso di John incalza con “Chains” e “What
happens tomorrow”. Il clima di entusiasmo diventa rovente
e supera ogni limite quando arriva “Planet Earth”.
Tutto pare d’altri tempi, con i “Boys” che si
muovono sul palco come 20 anni fa. Anche le canzoni fanno ritornare
al passato: “Tiger Tiger” (altra chicca anche se già
eseguita a Wembley nel 2004), “The Chauffeur” (scusate,
ma da paura nella notte…), “Ordinary World” e
“Save a Prayer” con Simon alla chitarra acustica, telefonini
e accendini accesi con solo il pubblico a cantare…
Il gran finale inizia con “Nice” che dal vivo rende
particolarmente bene e chiude anche il capitolo dei brani dedicati
al nuovo album. Poi Notorious (con l’intermezzo di “We
are Family” delle Sister Sledge), “Is There Something
I Should Know”, “Careless Memories” (da brividi),
con i manga (cartoni animati giapponesi) che ritraggono i 5 ragazzi
di Birmingham sul grande schermo alle loro spalle e infine “Wild
Boys”.
Una incontenibile bolgia richiama per oltre 5 minuti i Duran Duran
che rientrano alla grande con “White Lines” e una versione
d’altri tempi di “Girls on Film”. 12 minuti di
intrattenimento puro con il pubblico (con Simon sempre molto ammiccante
che vorrebbe invitare tutti al party post concerto), e la presentazione
della Band.
Questa è la vera differenza di questo tour: l’affiatamento
completo tra Andy, John, Nick, Simon e Roger e tra la band e il
pubblico. Roger e John nella sezione ritmica sono una macchina perfetta:
il primo preciso il secondo più funky che mai. Andy sembra
dare un po’ di scossa in più con le sue chitarre. Nick
non tradisce la sua eleganza (giacca bianca, camicia nera e cravatta
bianca) e i suoi suoni sembrano avvolgerti in un sogno. Simon, ...che
dire. E’ la voce e anche molto di più. Vedrete.
E quando Rio chiude il concerto tutti vorrebbero che questo magico
spettacolo continuasse all’infinito. Ma c’è solo
tempo per i saluti di rito e gli onori ai ragazzi per essere ritornati
a darci emozioni uniche.
Su questo concerto un solo appunto: non hanno suonato “The
Reflex”. Ma state certi che in Italia non mancherà.
The Boys are back!!!
Spero che l’energia e l’entusiasmo che ho cercato di
trasmettervi attraverso le mie parole, possa arrivare al cuore di
tutti voi, amici di Astronaut.it.
Nell’attesa che a Giugno anche voi possiate riviverla in prima
persona, quando i nostri beniamini saranno ospiti nel nostro Paese.
Da Seattle,
Phil.
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