E'
una sensazione strana essere a Broadway per un concerto dei
DD.
L'atmosfera è molto particolare. E' più quella
da evento che non da concerto, ma non a caso queste date esulano
dallo stereotipo di concerto.
Non ricordo a memoria qualche artista che abbia suonato dall'inizio
alla fine un intero nuovo album. Dalla prima all'ultima canzone
una dietro l'altra.... soprattutto dopo quasi 30 anni di carriera
alle spalle. Come strana è la sensazione di ascoltare
un nuovo album live senza nemmeno avere il cd (o il vinile
per i nostalgici) in mano.
L'album
è molto controverso secondo la mia opinione. Mescola
le influenze di Timbaland e Timberlake per un hip hop che
si unisce alle immancabili sonorità duraniane ad uno
stile rock che per alcuni tratti rasenta qualche influenza
punk-new romantic fine anni '70 come nel pezzo strumentale.
In mezzo si collocano le classiche ballate (She's too much,
Box full o' honey per esempio) che fanno in parte da collante.
I due stili però a mio avviso sono molto diversi fra
loro, forse troppo. Ognuno dirà la sua a rigurado ma
certo è che la prima arte dello show, che è
interamente dedicata a Red Carpet Massacre , regge decisamente
bene il confronto con la seconda parte dedicata ai pezzi storici.
La venue è veramente molto piccola. Un teatro in miniatura.
Quindi ovvio che l'atmosfera sia molto calda come del resto
fa effetto vedere da così vicino i Boys... da qualsiasi
posto della sala. A parte il primo atto con Red Carpet Massacre
di cui abbiamo già parlato, il secondo atto presenta
una novità assoluta. I Duran in versione elettronica.
Una sorta di Depeche Mode style ma forse è più
opportuno parlare di Kraftwerk visto anche il rifacimento
di Showroom Dummies con cui inizia l'Electro Set.
I 4 si posizionano fronte palco. Roger alla batteria elettronica,
Nick e John ai synt e Simon che oltre alla voce contribuisce
pure con qualche rifinitura di tastiere e vocoder.
Vi
posso garantire che pur seguendo iDuran dal 1982 questo è
shock ma decisamente positivo. Last chance on the Stairway
è reinterpretata in modo assolutamente geniale così
come Skin Trade. All she wants is non poteva mancare in una
parte così elettronica così come I don't want
your love i cui suoni sono stati rivisitati e aggiornati addirittura
in meglio.
Unico
e imperdibile questo show. Anche perchè riascoltare
tra i pezzi classici Do you believe in shame dal vivo dopo
quasi 20 fa un certo effetto...
Ammetto che è una delle mie preferite, certamente la
prediletta per il testo...
A
questo punto non c'è davvero molto da descrivere, potete
immaginare il delirio con i brani storici, mi limito a sottolineare
la Night Version di Planet Earth che è sempre molto
affascinante.
Lasciatemi solo aggiungere che Simon dal punto di vista vocale
sembra migliorare ad ogni concerto che passa... oggi 2 ore
e 30 minuti di show....
Alla
prossima
Phil
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