Location:
Orange Country Convention Centre - Orlando, FL
Data: 18.Lug.2005
Reporters: Phil
Ci si aspettava un concerto diverso e così è stato.
La prima volta che i Duran Duran suonavano con un orchestra vera
e propria.
Già nell’acustic tour dei 1993 si erano esibiti con
una piccola sezione di archi, ma oggi è presente l’Orchestra
Filarmonica di Orlando composta per l’occasione da 50 elementi
diretti dal maestro Hal France.
L’atmosfera è decisamente diversa da ogni altro concerto
dei ragazzi di Birmingham. Infatti già entrando nella Hall
dell’ Orange County Convention Center che ospita the Chapin
Theatre mi accorgo di come l’abbigliamento sia completamente
differente dal solito. A parte me, che indosso per ovvie ragioni
la mitica maglietta di Astronaut.it, ci sono ben pochi altri (una
ventina) che vestono magliette con scritte “duraniane”.
Infatti l’abbigliamento più casual è rappresentato
da polo, ma ci sono varie persone in abito da sera quasi dovessero
recarsi ad un evento di gala. Forse non c’è poi così
tanto da stupirsi è proprio un evento particolare.
Il palco stesso presenta alcune luci soffuse blu già accese
(cosa alquanto inusuale) quasi a voler creare una particolare atmosfera
di eleganza e raffinatezza che potrebbe essere la giusta unione
tra musica classica e il pop dei Duran Duran.
Probabilmente per esigenze di spazio anche le posizioni sul palco
dei boys sono leggermente diverse, ovvero con Roger e Nick molto
più vicini al pubblico e Roger stesso un po’ più
defilato a sinistra (ovvero verso la parte di John) per lasciare
al centro lo spazio visivo del direttore d’orchestra che ora
non si vede ma dovrebbe essere posizionata proprio dietro la band.
L’attesa è altissima forse proprio perché nessuno
sa cosa aspettarsi da questo concerto… Ed infatti l’inizio
sorprende un po’ tutti: niente orchestra ma subito Friends
of Mine… e scusate, ma quando iniziano con questa non ce n’è
per nessuno!
Subito dopo a sorpresa Nice (che ci sta proprio bene a inizio concerto),
Union of the Snake (cantata in modo superlativo da Simon) e New
Religion che è sempre uno spettacolo.
A questo punto a parte la scaletta completamente rivisitata lo show
sembra quasi essere un normale concerto dei Duran tra lo stupore
di tutti i presenti.
Poi all’improvviso mentre si accendono le luci alle spalle
dei Boys e Simon esce dal palco si sente l’inizio inconfondibile
(per i fedelissimi) del sequencer di Nick e all’improvviso
parte l’orchestra con... "Tel Aviv"!!!
La chitarra di Andy che guida, il ritmo di John e Roger, la delicatezza
avvolgente dei suoni di Nick: 25 anni spazzati via in un attimo
come se fossi ad un concerto dei Duran Duran per la prima volta
e avessi 11 anni (1980). 25 anni che mi ripassano tutti davanti
in pochi minuti con gli altri pezzi che sapientemente l’orchestra
accompagna e che i Boys suonano in modo ineccepibile. Da What Happens
Tomorrow a Come Undone e Chains dove Simon seduto a bordo palco
a 30 cm da me riconosce la maglietta di Astronaut.it e mi saluta
quasi come dire che ormai siamo dappertutto!!!
The Chauffeur che con l’orchestra raggiunge livelli di perfezione
compositiva da togliere il fiato, Still Breathing (parte finale
tutta di orchestra da brividi), Ordinary World e Save a Prayer e,
per chiudere, con la chicca di Finest Hour e Planet Earth.
Qui le luci dietro alla band si spengono e il concerto riprende
in modo sapiente: ”Let the music between us…”
e Sunrise parte con ritmo.
Non ci crederete, ma vedere una bambina di 4 anni sulle spalle della
madre, una donna incinta, e un 60enne che saltano mani al cielo
cantando Sunrise (neanche fossero a un tavolo del Pineta a Milano
Marittima....) fa un pò impressione!
Notorious a seguire porta il ritmo a livelli mai visti con il nuovo
medley con Take me higher (e non più We are Family) che molti
di voi ricorderanno in Thank You e che si integra perfettamente.
Poi Careless Memories e Wild Boys che chiudono il concerto prima
dei bis.
Quando tutti pensano che lo show sia nuovamente sulla normale linea
di chiusura con i soliti bis succede l’ennesima magia. Si
riaccendono le luci nella sezione dell’orchestra che parte
con "That Fatal Kiss", la versione strumentale di A view
To a Kill, dove il pubblico non può non cantare “Dance
into the Fire” e sul finire della quale le luci si rispengono
ed inconfondibile la batteria di Roger segna l’inizio proprio
della soundtrack originale di James Bond… Un delirio!
La band invita l’orchestra a rimanere e a chiudere il concerto
con Rio.
Si, è vero, manca Girls on Film. Ma stavolta non si poteva
davvero pretendere nulla di piu!! |